- Introduzione
Finora, gran parte delle politiche di efficienza energetica si sono concentrate sull’uso dell’edificio (riscaldamento, climatizzatori, illuminazione). Ma cosa succede se un edificio “NZEB” (Nearly Zero Energy Building) ha consumi operativi quasi nulli, ma è stato costruito con cemento e acciaio ad altissime emissioni incorporate di CO₂? L’Analisi del Ciclo di Vita (LCA) ci insegna che per valutare davvero la sostenibilità di un immobile, dobbiamo includere l’impatto ambientale di materiali, trasporti, costruzione e fine vita. Con l’avvicinarsi del 2030, e l’arrivo di nuove norme UE, i progettisti saranno chiamati a dichiarare l’impronta carbonica totale dell’edificio. Vediamo come e perché ciò sia così rilevante.
- Cosa si Intende per Emissioni Incorporate
- Embodied Carbon o “carbonio incorporato”: la CO₂ e gli altri gas serra emessi durante l’estrazione delle materie prime, la produzione dei componenti (cemento, acciaio, isolanti), il trasporto in cantiere, la costruzione, e infine lo smaltimento o il riciclo al termine della vita dell’edificio.
- Con edifici sempre più efficienti in fase d’uso, la quota di emissioni incorporate rischia di rappresentare il 50-70% dell’impronta complessiva, specialmente in paesi con mix elettrico decarbonizzato.
- Normative Europee in Arrivo
La revisione della Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) prevede che, entro determinate scadenze (2027 per edifici >2000 m², 2030 per tutti i nuovi edifici), si debba calcolare e dichiarare il “Potenziale di Riscaldamento Globale” (GWP) lungo l’intero ciclo di vita. Ciò implicherà:
- Metodologie di LCA standard (EN 15978 e simili).
- Database dei materiali con “Environmental Product Declarations” (EPD) valide in tutti gli Stati UE.
- Possibili limiti massimi di emissioni incorporate per ottenere permessi di costruzione o incentivi.
- Come si Calcolano le Emissioni Incorporate (LCA)
Un’Analisi del Ciclo di Vita tipica comprende 4 fasi (EN 15978):
- A1-A3: produzione delle materie prime e fabbricazione.
- A4-A5: trasporto in cantiere e fase di costruzione.
- B1-B7: uso e manutenzione.
- C1-C4: fine vita (demolizione, trasporto al riciclo o discarica).
In aggiunta, la fase D considera i benefici per il riciclo o riuso dei materiali. Grazie alle EPD, i progettisti possono stimare le emissioni totali, scoprendo ad esempio che un cappotto in polistirene ha un certo impatto, mentre un isolante in fibra di legno ne ha un altro (probabilmente minore).
- Tabelle e Confronti di Materiali
Ecco una tabella semplificata per capire come i materiali differiscano in termini di “emissioni incorporate” (valori indicativi).
Materiale | CO₂ eq. (kg/m³) | Note |
Cemento tradizionale | 800-900 | Alto impatto per calcinazione del calcare, uso di combustibili fossili |
Acciaio da ciclo primario | 1.800-2.500 | Molto energivoro (altoforno), riciclato può ridurre notevolmente l’impronta |
Legno strutturale (CLT) | <0 (cattura CO₂) | Può immagazzinare carbonio, ma dipende dalla gestione forestale sostenibile |
Lana di roccia (isolante) | 150-200 | Produzione con forni ad alta temperatura, comunque meno impattante del cemento |
Fibra di legno | ~80-120 | Se derivata da scarti di segheria, ha un impatto molto contenuto |
(Dati semplificati, variano in base a processi produttivi e fonti – EPD specifiche danno valori precisi.)
- Strategie per Ridurre le Emissioni Incorporate
- Sostituzione di materiali: scegliere cemento a basso tenore di clinker (uso di ceneri volanti, loppa d’altoforno), acciaio riciclato, legno strutturale certificato, isolanti bio-based (paglia, sughero).
- Progettazione modulare: ridurre gli sprechi in cantiere, facilitare lo smontaggio e il riuso.
- Circuiti di riciclo: prevedere, già in fase di design, una seconda vita per i componenti, riducendo le emissioni a fine vita.
- Produzione locale: minor trasporto se i materiali sono di filiera corta.
- Gestione intelligente degli scarti di cantiere: riduzione e recupero per evitare discarica.
- Perché è Rilevante per i Privati
Anche chi costruisce o ristruttura una casa può fare scelte che impattano sull’impronta carbonica:
- Selezionare materiali con EPD (Environmental Product Declaration).
- Utilizzare soluzioni a basso contenuto di emissioni incorporate.
- Beneficiare di bonus ristrutturazioni 2025 e incentivi se la normativa futura li estenderà anche alle scelte di materiali sostenibili.
- Avere un valore aggiunto: un immobile con LCA positivo potrà avere una valutazione più alta in un mercato sempre più attento alla sostenibilità (basti pensare a come i rating ESG stiano influenzando anche il settore immobiliare).
- Caso Studio: Villetta in Legno vs. Villetta in Laterocemento
Immaginiamo due costruzioni identiche per volume e prestazioni energetiche operative (stessa classe A4), ma realizzate con sistemi diversi.
- Villetta in legno (CLT o X-LAM): cattura parte della CO₂ (il legno è un serbatoio di carbonio), richiede meno energia per essere prodotto. L’impronta di carbonio incorporato può essere tra 250-300 kgCO₂ eq/m².
- Villetta in laterizio e cemento: la filiera del cemento e dell’acciaio per l’armatura produce emissioni più elevate. L’impronta può salire a 450-500 kgCO₂ eq/m² o più.
In uso, le due ville possono consumare uguale, ma al momento della costruzione la differenza di emissioni incorporate è notevole.
- Conclusione
Ridurre la carbon footprint di un edificio richiede un cambio di paradigma: non basta pensarne i consumi operativi, occorre guardare a tutto il ciclo di vita. L’LCA diventerà sempre più diffusa per orientare i progettisti verso materiali e soluzioni più virtuose, anche grazie alle norme europee che imporranno la dichiarazione dell’impronta carbonica. Così facendo, potremo davvero avvicinarci a costruzioni a zero emissioni, dal cantiere allo smaltimento.
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